Gloria: “Mio marito è un pornodipendente”.
Sì, li conosco. Non so cosa siano esattamente, o quanti ce ne siano, so che sono bella, sexy e fisicamente più attraente ora di quanto sarò mai in futuro. Per essere onesta, sapevo di essi prima che iniziassimo a frequentarci, e sapevo che li guardava anche dopo che abbiamo iniziato a uscire, anche se meno frequentemente.
E so che sto condividendo con riluttanza il mio uomo, l’amore della mia vita. Lo so perchè sono così accessibili che anche io mi ci sono imbattuta per caso.
Sto parlando della pornodipendenza del mio uomo.
Può dire quanto vuole che non gli capita spesso o che non è fiero di farlo, ma resta il fatto che quelle donne sullo schermo sono nella sua vita, nella sua mente, e se le immagina nel nostro letto quando siamo insieme. E’ con queste altre donne che sono costretta a competere.
Ma mi rifiuto di competere. Mi rifiuto di piegarmi indietro, di trattenere tutti i sentimenti, rimanere a servire senza fine e implorando tutto il suo amore. E la cosa divertente è che non mi avrebbe mai chiesto di fare quelle cose! Lui è un uomo buono. So che mi ama. Ma questo lo rende ancora peggiore perchè mi lascia qui a chiedermi: come è possibile allora che io si caduta così in basso? So di non essere perfetta, ma perchè sarei così insoddisfacente?
Abbiamo una vita insieme. Mi dice che lo rendo felice, che sono la cosa più bella che gli sia mai capitata. Mi dice che mi ama e so che è vero. Ma non posso fare a meno di sentirmi inadeguata.
E’ la bellezza fisica di quelle donne sullo schermo? La pelle perfetta, le gambe lunghe, i capelli fluenti, la pancia piatta? Quando penso al confronto, mi allontano un po’ da lui quando mi abbraccia. Vede gli inestetismi della pelle sotto questa luce? Vede la piega sul mio stomaco quando mi sdraio in questo modo? Mi guarda i fianchi e li desidera come quelli della sua amica? O di quell’altra? O quell’altra ancora? Lui mi dice che sono bella e che mi accetta per quello che sono. Ma dentro di me sono consapevole del fatto che le donne del suo schermo sono più belle.
Forse non si tratta di come appaiono quanto piuttosto quello che fanno. E se fosse così devo essere molto noiosa davvero. Ci piace fare l’amore, e io non vedo l’ora di farlo quanto sembra. Ma quanto devono essere accattivanti per lui queste donne per dover “integrare” la carezza della sua amante fedele? Come sono brave in quello che fanno, che pixel avrebbe poi per tutto il resto che faccio per il nostro rapporto? Quante volte hanno preparato per lui un pasto caldo e gli hanno pulito la cucina? Quante volte lo hanno aiutato nel negozio, quanto gli sono state vicino nelle vittorie per festeggiare e nelle sconfitte per confortarlo? Ci conosciamo così bene, posso prevedere quale scherzo troverà più divertente, quello che ordinerà in un ristorante, e talvolta ciò che vuole dire. Condividiamo così tanto insieme, trovo difficile credere che mi trovi così incompleta.
O forse l’attrazione è più quello che non fatto. Dopotutto, la loro grande abilità è abbastanza specifica. Non gli chiedono di portare fuori la spazzatura. Non gli chiedono di cambiare canale o un parere durante lo shopping per un vestito nuovo. Non rappresentano alcuna contraddizione di sorta, e non sono scomode. In realtà, non gli chiedono mai niente. Forse, soltanto forse, io che sono un essere umano indipendente a volte posso essere fastidioso. Eppure non mi è mai sembrato che l’abbia pensato.
So di essere abbastanza. So di essere completa e di non aver bisogno di cambiare. So di essere una persona buona, una buona moglie, una buona amica, e di non aver bisogno di conformarmi alle idee di qualcuna bella e attraente. So queste cose… eppure mi chiedo ancora.
Non so ancora come parlare con lui di questa cosa. Perchè per quanto mi faccia male conoscere queste donne non voglio che si vergogni. Perchè lavergogna porta all’isolamento, e l’isolamento porta alla segretezza. La segretezza porterebbe più vergogna. E più vergogna, maggiore fuga. Il ciclo si perpetuerebbe e ci allontaneremmo.
Ma per quanto io voglio che si fermi, non voglio che si fermi per il mio bene. Voglio che si fermi per se stesso. Voglio che si fermi per il bene di queste altre donne. Mi avete sentito bene, voglio che le lasci perchè sono state ferite. Non necessariamente da lui direttamente, ma perchè queste pornostar glamour sono probabilmente state abusate e costrette. Droga e alcol probabilmente mascherano il loro dolore. Depressione e ansia sono senza dubbio i loro compagni costanti. No, io non odio queste donne, ho pietà di loro. Sono schiave, legate a uno stile di vita che non può essere appagante. Molte sono vittime del traffico di esseri umani, vendute per sesso contro la loro volontà, e io non voglio che lui incentivi questo traffico.
E per ultimo, perchè ho pietà per mio marito. Perchè alla fine della giornata, nonostante il dolore, so che non sta cercando altro perchè crede che non sono abbastanza. Lui cerca il porno perchè è avvincente. Sa che è doloroso, e non devo nemmeno pensare che lo voglia, onestamente. La prima volta che mi aveva detto che a volte guarda porno non ho potuto fare a meno di piangere un po’, anche se ne avevo già il sospetto.
Così dove mi lascia? Perchè io sono bloccata nel mezzo, mentre il porno non ha mai formato un rapporto col mio uomo ha però formato un vero e proprio legame con lui. Rimango qui, a guardare mio marito dipendente e le sue amanti tristi che girano e girano in questo ciclo apparentemente senza fine. Cosa posso fare?
Spero di spargere la voce che il porno è una dpendenza, che è dannoso per gl individui e per la società, e che esiste una via d’uscita. Non tutti gli uomini guardano porno, e ci sono gruppi che sostengono le persone che vogliono smettere. Spero che queste parole arrivino agli uomini e alle donne del settore porno. Dire loro che esiste una via d’uscita, e che possono essere amati veramente per quello che sono rispetto a quello che sembrano, a quello che fanno e a quello che non fanno.
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